Todi
Abbazia San Valentino era un’antichissima chiesa abbaziale Benedettina che, anche dopo essere stata abbandonata dai benedettini probabilmente nel XIV secolo, ha continuato a mantenere il prestigioso rango di Abbazia con a capo un Abate.
La chiesa è documentata nei libri per il pagamento della Decima fin dal 1275, amministrata da un Priore e quattro canonici. Nel processo di interdetto fatto dal Papa contro i todini per avere espugnato Orvieto nell’anno 1332, tra i sacerdoti accusati c’è anche il Priore della chiesa di San Valentino, De Arcis.
Nel 1404 il Priore della chiesa era il sacerdote napoletano Don Antonio Grilli. Nel 1467 il Priore era Don Giovanni Andreucci insieme ai canonici Biagio Agostini, Giacomo Meneci e Cecco Carletti. Dalla fine del 1500 i Priori che si susseguirono appartengono alla nobile famiglia Clementini di Amelia. Nel 1568, infatti, Don Properzio Clementini succede ad Ascanio Clementini e nel 1619 il Priore era Curzio Clementini.
Nella visita di monsignor Camajani redatta nel 1574 lo stabile è qualificato Collegiata o Priorato. Nel testo la chiesa è descritta con le pareti in faccia-vista ed è provvista dal sacro calice, dei paramenti sacri e decorata di un buon numero di immagini sacre nella tribuna dell’altare.
Sotto l’altare c’era una finestrella nella quale i fedeli con dolori al capo infilavano la loro testa per ottenere guarigione. A causa di questa superstizione il Vescovo ne ordinò la tamponatura. Giovanni Paolo Marini di Bologna, nella seconda metà del 1700, ne fu l’ultimo Abate essendo la chiesa passata in proprietà ai Beni del Seminario Vescovile di Todi.